25 marzo, 2015

La mia prima bachata, evviva!


L'amica mi convince: "Andiamo a ballare latino"
. Ancora la ricordo. Lei, alla sua festa di compleanno, mentre si esibisce in una salsa e dà spettacolo in pista. E noi invitati, incapaci di danzare i balli caraibici, rapiti dai suoi movimenti sensuali. So che non è facile ballare la salsa, ma ci voglio provare. Sono un po' preoccupata perché non ho una buona coordinazione nello spostarmi, perdo il tempo anche in discoteca, ma ok: facciamo un tentativo.

Mi spiegano i passi e capisco che la salsa è improponibile per una alle prima armi: troppi passi da contare. Invece, la bachata è più facile e anche più lenta. Va bene, vada per la bachata. Scendo in pista con un cavaliere d'eccezione, bravissimo. Un amico di quelli dolci e disponibili. Se sbaglio, lui mi riprende. E mi diverto come una matta. Sorrido. Wow!

Lui mi stringe a sé. Siamo gamba contro gamba. Mi accorgo che sono tutta rossa in viso: un pomodoro è più pallido di me. Non sono abituata a ballare a stretto contatto. Attaccata al corpo di un uomo che mi avvinghia e mi fa girare da una parte all'altra. L'imbarazzo è chiaro sulle mie guance paonazze. Poi, lui è pure carino e questo non aiuta.

La location non è il massimo dello chic. Poche ragazze guardabili (e scortate). Tante bruttone strizzate in abitini di un paio di taglie in meno rispetto a quelle che dovrebbero indossare, con le cuciture in tensione, in fase di strappo, e le forme compresse per apparire più snelle e procaci. Le osservo e penso che siano volgari. Troppo trucco. Lo stile? Quello delle shampiste di periferia.

Al confronto, io e la mia amica sembriamo due miss di gran classe. Forse per questo motivo qualcuno si avvicina per chiedermi di ballare. "Non sono capace - rispondo -: è la mia prima volta". Non importa, mi fanno ballare lo stesso e continuo a sorridere e divertirmi.


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