17 gennaio, 2014

Bilancio (amaro) di una storia finita

Ricordi. Ecco che cosa rimane di una relazione finita. Buoni o cattivi? Dipende. C'è chi tende a ricordare i momenti felici e c'è chi tiene a mente le sofferenze. Non funziona per tutti allo stesso modo. Il mio bilancio dell'ultima storia è negativo, ma non ne faccio una colpa al mio ex. Piuttosto, mi batto il petto e recito il "mea culpa". A un certo punto, mi sono dovuta rendere conto che bisognava dare un taglio e ho preso l'accetta. Dopo 10 mesi insieme, in cui ci siamo lasciati più di dieci volte, mi sono arresa all'evidenza: non lo sopportavo più. Pace. Chiuso.

I campanelli d'allarme hanno cominciato a suonare all'inizio della relazione, quasi subito, già dopo la "scazzottata" (si fa per dire) del primo mese, ed entrambi abbiamo deciso di ignorarli. In fondo, c'erano sentimento, passione e complicità. Ma questi non bastano, soprattutto quando si ragiona sulla distanza e si scommette sulla durabilità della storia d'amore. Si fanno progetti, senza una scadenza definita. Ci si promette cose che difficilmente diventeranno realtà e tutto diventa fumoso, aleatorio. Insomma, insopportabile.

Quando cercavo di darmi una spiegazione dei frequenti litigi (quasi uno al giorno), pensavo ai nostri caratteri forti, alle differenti esperienze, alle condizioni di vita molto lontane. E qui mi sbagliavo. Perché il fattore principale che mi ha portata a scontri quotidiani e alla conseguenza di non sopportarlo è un altro. In pratica, lui prendeva le decisioni, metteva dei paletti, poi mi spiegava i motivi ed io ero quella che doveva capire. Ok, posso capire, ma questo non vuol dire che dopo che ho capito ho accettato. Certe cose non mi stanno comunque bene. Per capire e accettare le decisioni di un uomo, una donna si deve quasi annullare. E come faccio con il carattere forte che mi ritrovo? Come faccio, io malata di controllo, a non avere la situazione sotto controllo? Non faccio. Non vivo. 

Il lato positivo della questione è che ci siamo separati in amicizia (almeno credo), con lacrime e dispiacere. Un taglio netto, dopo i tanti episodi di chiarimento per cercare di mettere una toppa qua e una toppa là. Alla fine che cosa mi rimane? Un ricordo mi ronza per la testa. Un momento in cui sapendo che stavo male per la mia gelosia, lui mi ha detto: "Lo so che ti ruga, ma io quella cosa la faccio lo stesso". La frase è indelebile nella mia memoria come un marchio a fuoco. Mi ha ferita, sapendo di ferirmi. Per una cazzata a cui non poteva assolutamente rinunciare (e che non gli perdonerò mai). Spero di ricordarmi questa affermazione quando cercherò di far funzionare per forza un rapporto che non funziona.

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