18 aprile, 2015

La mia vita da mora


Ho pochi capelli bianchi, ma mi danno fastidio. Li vedo e non li sopporto. Non tengo mai i capelli sciolti per evitare che si notino quei fili da vecchia. Da mesi, esco solo con la coda. E' arrivato il momento di correre ai ripari.

Mi fiondo dal mio parrucchiere di fiducia, Maurizio, e chiedo: "Taglio e tinta. Voglio i capelli più scuri, almeno di due toni". Maurizio mi dice: "Hai ancora pochi capelli bianchi. Meglio fare un riflessante senza ammoniaca. Coprirà i capelli bianchi ma ti lascerà la morbidezza. Hai dei capelli troppo belli per seccarli con un prodotto aggressivo". Ribatto: "Ok, Maurizio, mi fido di te. Procedi".

Scegliamo un riflessante a metà strada tra un castano e un castano scuro. Mi sta benissimo. Sono scioccata. Mi vedo bellissima. Con i capelli più scuri la mia pelle bianco-latte spicca. Sembra che ho un faro puntato in faccia. E gli occhi azzurri aumentano ancora di più il contrasto: appaiono come due catarifrangenti. Sono troppo contenta. Mi sento ringiovanita e mi domando: "Perché non mi sono fatta mora prima?". La verità è che finora non ho mai voluto tingere i capelli... e per tutta la vita sono andata avanti con il mio colore naturale. Adesso, mi rendo conto che così sto molto meglio. Wow! 

Il primo test per capire se sono più carina da mora è sulla chat di gruppo. Mando una foto a tutti: "Come sto mora?". E qui, fioccano i complimenti. Lodi sperticate sul mio cambiamento. Anche quando mi vedono di persona gli amici si spendono in adulazioni: "Stai benissimo, sei fantastica". Lo so: obiettivamente da mora guadagno un sacco di punti. 

La sera, all'aperitivo, un ragazzo mi tampina: Filippo. Bello, colto, un bolognese che lavora nel settore dei futures energetici. Mi vuole portare fuori a cena. Gli piaccio. Ma lui ha 31 anni. Gli dico che è troppo giovane per me. "Non è possibile - commenta Filippo - al massimo hai un paio di anni più di me". Magari! Ho il capello fresco di parrucchiere, le unghie rosse, un tubino nero da paura e i tacchi alti. Inganno l'anagrafe alla grande. 

Saluto Filippo. "Scusa, i miei amici si spostano in un altro locale" e me ne vado senza lasciargli il numero di telefono. In realtà, m'interessa Giorgio (35 anni) che sta lì a guardarsi il mio teatrino con Filippo. Giorgio è un timidone. Si occupa di investimenti e fa la spola tra Lugano e Milano. Ha casa in Svizzera e in Italia (a un chilometro dal mio domicilio). Quando lo guardo negli occhi, lui sembra folgorato e arrossisce. Tenero. Lascio il locale con Giorgio e altri amici. Sono gasatissima. E penso: "Ancora spacco".  

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