16 dicembre, 2014

Meditazioni e pratiche del piffero


No, sulla chat di gruppo non voglio leggere cazzate di Ho'oponopono. Assurdità del genere "se fai questo, sei così", oppure "se ti comporti in questo modo, sei colà". Mi dispiace. Questa roba la lascio a chi deve curarsi il cervello. A chi ragiona per schemi, trovando formulette per capire ciò che non comprende. Ognuno è libero di pensare come gli pare. Ci mancherebbe. Ma per favore, tenetemi fuori.

Non ho voglia di leggere diktat tipo: "Devi muoverti così, altrimenti non sai amare". Eh? Ma davvero ho bisogno di farmi spiegare da qualcuno quello che ho nel cuore? Quello che sento? Anche no. Non scherziamo. Sono in grado di arrivarci con la mia testa. L'amore non c'entra nulla con gli errori della vita. Si può pure sbagliare... nessuno è perfetto. Ma l'amore... l'amore è un sentimento - non è una relazione, attenzione - e anche se non è condiviso, non vuol dire che non esiste.

"Gli amori infelici sono quelli più puri". Quelli che non pretendono niente. Si donano e basta. A volte in silenzio, a volte buttando giù una serie di parole su un blog. Sono liberi di vivere, senza condizioni e imposizioni. Senza futuro e senza speranza. Vogliono stare per conto loro. Puri, appunto.

Perché le pseudo-regole di Ho'oponopono mi fanno incazzare? Perché le persone non sono tutte uguali e quello che provano, non lo provano allo stesso modo. Non le puoi inquadrare in uno schema prestabilito o incasellarle come ti è più comodo. Il comportamento individuale dipende dal background, non da un assioma prestampato di affermazioni. E siccome, sono stata "giudicata" secondo il metro di una corrente pseudo-filosofica del piffero, non ci sto. I motivi, i perché, sono alla base di un comportamento. Non i risultati. Perché i risultati di un comportamento sono una conseguenza, non la causa. E le cause non si modificano, perché sono il passato. Le cause sono le cicatrici: rimangono sulla pelle a ricordarci che cosa ci è successo. Vuoi capirmi? Impara a guardarmi negli occhi, con i tuoi occhi, tenendo a mente ciò che ti ho raccontato, non ciò che ti ha suggerito un libro.

Le persone vanno capite e accettate per come sono. Punto. Chi pensa di cambiare, o di poter cambiare qualcuno, è soltanto un folle. La gente non cambia con 20 anni di psicanalisi, figurasi se si trasforma con tecniche di autocontrollo e meditazioni.

Adesso, quando inizio una nuova conoscenza, la prima cosa che chiedo: "Sai che cos'è Ho'oponopono? E Vipassana?". Se la risposta è "No", la persona acquista punti ed è frequentabile. Vale la pena investirci del tempo. Se la risposta è "Sì", allora ciao. L'errore si commette una volta, non due.

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