14 settembre, 2014

E' finito il tempo del branco

Entrare in casa di Ross (amica) è come respirare felicità. L'armonia la senti nell'aria e ti trasmette un piacevole sensazione, quasi di beatitudine. Con Ross e suo marito ho passato un bel pomeriggio, chiacchierando davanti a una torta alle fragoline di Sissi. Ho capito diverse cose, soprattutto quello che desidero.

Perché sono stata così bene? Perché con Ross e marito quando si parla, c'è sempre da imparare. Entrambi hanno una cultura infinita e sono in grado di argomentare a 360 gradi, dalla letteratura all'attualità, fino alla psicologia.

Quando ho la possibilità di capire e conoscere, mi sento in pace con me stessa e con il mondo. Il desiderio di ampliare la mente è quello che mi porta avanti. Ho bisogno di sviluppare il mio senso critico e di capire le sfumature psicologiche del comportamento umano che non riesco a cogliere da sola, giusto per fare due esempi. Soltanto in questo modo miglioro e cresco come persona. Senza dimenticare che il marito di Ross ha un ricco vocabolario: ogni tanto mi stupisce con qualche termine da intellettuale (che devo googlare).

Uno degli argomenti su cui Ross&husband mi hanno fatto riflettere è il concetto di amicizia. Ho spiegato che per me gli amici non sono quelli con cui si esce tutte le sere a sparare cazzate. Gli amici veri, a una certa età, sono pochi, pochissimi, sono quelli che ti porti avanti negli anni. Quelli che tieni e hai tenuto accanto con sacrifici e lavoro. Perché anche l'amicizia, come l'amore, è un lavoro.

- Non puoi pensare che a 30-40 anni gli amici siano quelli del branco - dice il marito -. Il branco lo hai a 17 anni, quando ti circondi di coetanei, senza fare una selezione. A 30-40 anni, gli amici sono molto selezionati e in numero limitato. Chi ha ancora un branco a 40 anni, vuol dire che non è cresciuto.

La vita che desidero non è quella del branco. Il branco l'ho frequentato da ragazzina e durante il periodo dell'università, adesso ho altre priorità. E' bello uscire, ma ogni tanto. Non occuparsi di organizzare un aperitivo/cena tutte le sere possibili. Eppure, per un anno e mezzo ho fatto una vita di uscite continue (per accontentare l'ex). Una vita sbagliata per me, perché non mi dà nulla. E' piacevole, ma dopo un po' stanca: la sento vuota e sterile.

Non ho più voglia di andare al bar dopo il lavoro. Non ho più voglia di stare sempre in giro. Finito il lavoro torno a casa e faccio qualcosa per me, che mi gratifichi: leggo, guardo un film o al massimo scrivo su questo blog. La persona che mi sta accanto, mi basta. Non sento la necessità di altro. Chiariamo, non vuol dire che da oggi mi tapperò in casa. Ma le uscite non rappresentano una parte fondamentale della mia esistenza, soprattutto se sono uscite "tanto per stare a spasso". Preferisco passare da Ross dove l'armonia nell'aria è contagiosa.

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