16 ottobre, 2007

Simone Cristicchi, “come Biagio Antonacci” ma senza simpatia


Vestito marrone a righe di ottima fattura (a mio giudizio, ma non sono un sarto), occhiali da sole graduati e vistosa custodia rigida per la chitarra. Ho incontrato Simone Cristicchi sul volo Roma-Milano. Impossibile non riconoscerlo con quella capigliatura a forma di aureola che gli avvolge la testa come un casco naturale.

Appena l’ho visto ho iniziato a canticchiare nella mente “studentessa universitaria triste e solitaria nella tua stanzetta umida… i soldi dell’affitto te li manda papà”. Questa canzone mi è sempre piaciuta, forse perché mi ci ritrovo. Anch’io ho studiato lontano da casa, anch’io grazie ai soldi di papà. Il piacere di incontrarlo si è dissolto in un batter d’occhio. Mi è bastato osservarlo: scontroso, antipatico. Aveva preso il mio posto sull'aereo e non ha digerito di dovermelo cedere. Cose da matti! Simone, Simone, su quel volo hai perso un’ammiratrice.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Lo conosco. Non è da lui essere scortese. Anzi, è fin troppo disponibile e comprensivo. Sarà stato solo un po' troppo stanco o nervoso. Capita. Anche lui è una persona come noi. Ed a volte tutti noi abbiamo una giornata con la luna storta. Ciao!

inchiostrovivo ha detto...

Per anonimo: in effetti il ragazzo che lo accompagnava è stato gentile, si è anche proposto di aiutarmi col bagaglio. Il fatto è che mi ha delusa...