05 febbraio, 2007

La carezza che viene da lontano


Credere nelle coincidenze non fa parte del mio carattere.
Così come escludo l’esistenza del colpo di fulmine, ma quel giorno è successo qualcosa di strano. Seduta comoda sul divano con le gambe accavallate e i piedi all’insù, svolgevo il mio rito quotidiano preferito: sfogliare il giornale.

So sempre su quale pagina fermare lo sguardo, a seconda del giorno, e in genere salto la politica: troppo noiosa e poi ci capisco poco. Ma quel giorno i miei occhi vengono rapiti da un incipit magico a pagina 7. Senza rendermi conto sto leggendo un articolo sulle elezioni, e mi piace, mi appassiona, sembra quasi un racconto. Vado fino in fondo, stupita: “Questo tizio dovrebbe fare lo scrittore, non il giornalista” mi ripeto. Non esito un attimo: mi metto al computer e gli scrivo una mail di elogi. Mai avrei pensato nella sua risposta immediata. I ringraziamenti dell’uomo al di là della rete sono conditi da consigli simpatici sulla scrittura, la soggettività dell’approccio con le parole, l’esperienza del cronista, ecc. “Tu devi scrivere come te. Chissenefrega di come scrivo io!”, mi bacchetta subito dopo un mio complimento esagerato.

Le nostre mail si succedono, si inseguono, tutti i giorni. E gli argomenti sono vari, ma mai seri. Siamo noi, io e honey. Sì, honey, l’ho ribattezzato così. Noi due comunichiamo senza conoscersi, ci nutriamo delle nostre frasi, prendendoci in giro all’occorrenza. Non ci serve sapere altro. Chi siamo non importa.

Passano i mesi e honey diventa parte della mia giornata, mi ascolta e ribatte in tempo reale. Chattiamo cavalcando la notte, entrambi insonni, entrambi alla ricerca di compagnia e conforto.
Le sere più piacevoli iniziano con la sua freddezza quando tocco il tasto sesso. Lo provoco, voglio sapere delle donne che frequenta, se lo attira il tipo formosa-siliconata, o semplice “acqua e sapone”, ma non c’è verso di farlo parlare. Rigido sulla tastiera, mantiene il suo aplomb. La sua dolcezza nel tentare di cambiare argomento quasi mi commuove. Possibile che sia così tenero? Difficilmente si arrende alle domande scomode, soprattutto a quelle intime. Lui scivola via, glissa, sa muoversi nei meandri della retorica, a zig zag, come lo slalomista vincitore dell’ultima Olimpiade, e tace sugli argomento piccanti. L’ondeggiamento perfetto delle sue frasi diversive ha la capacità di stordirmi. Mi sto accorgendo che honey ha un potere su di me. Mi condiziona nelle scelte, mi conforta nei momenti difficili. Un potere che subisco passivamente come una lunga carezza che viene da lontano. Solo lasciandomi andare, piano piano scopro le sue fragilità. Finalmente un uomo che non si vergogna di piangere.

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