26 febbraio, 2015

L'abbraccio da dietro tra emozione e ricordo


Papà era sempre l'ultimo ad alzarsi da tavola. E così, quando vivevo in famiglia, approfittavo del suo immobilismo su una sedia per abbracciarlo da dietro. Lui seduto, io in piedi dietro di lui. Con le braccia intorno al suo collo. Papà consumava la frutta o il dessert mentre lo ricoprivo di carezze e bacini. Quel rito, dell'abbraccio da dietro, si ripeteva spesso dopo pranzo. Dava a entrambi una grande emozione. Impossibile dimenticare i sorrisi di papà mentre masticava qualcosa.

Ho continuato a ripetere il gesto ogni volta che tornavo a casa (quanta gioia). Fino alla morte di papà nel 2006. Mai avrei pensato di poter rifare una cosa del genere. Eppure mi è capitata. Ieri sera, mentre Daniele suonava la chitarra dopo cena e cantava su mia richiesta "Don't write me off", mi sono alzata dalla sedia e senza neanche pensarci l'ho abbracciato da dietro la sedia, circondandogli le spalle e accarezzandogli i capelli.

All'inizio Dani è rimasto un po' freddino al mio contatto, quasi imbarazzato, ma non ho mollato la presa e dopo un po' lui ha appoggiato la sua guancia sulla mia, in segno di apprezzamento, e ha continuato a suonare. E' stato un momento di grande tenerezza.

In quell'attimo ho ripensato alla mia famiglia, a quanto sono stata fortunata a crescere con due genitori  che mi hanno riempita d'amore e mi hanno insegnato ad amare gli altri. Due genitori specialissimi che mi hanno regalato un'infanzia felice e spensierata. Ma Dani è un'altra cosa: è un amico. Non sangue del mio sangue. Eppure mi ha dato un momento di familiarità e di forte emozione. Non lo dimenticherò.

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