09 gennaio, 2015

E finalmente sono felice


Leggere - la mia quotidiana dieta di parole - mi ha sempre aiutata nei momenti di sofferenza. I libri, non solo distraggono la mia mente dai problemi, ma mi permettono di soddisfare un bisogno, ossia quello di avere una "relazione" (che cerchiamo tutti). In questo caso, una relazione con una storia, con una realtà, con una cultura, con un modo di pensare, con un autore, con uno stile, ecc.

Per qualche strano scherzo del destino ho preso in mano il titolo giusto. Quelle pagine mi hanno lasciato qualcosa dentro, mi hanno fatto vedere il mondo e la vita con occhi diversi, pieni di gioia, aspettative e sogni. Che fortuna! Un testo del genere, trovato per caso, mi ha aiutata a superare i dispiaceri. Ho chiuso la porta al dolore, passando attraverso un'autoanalisi precisa e razionale (io, l'irrazionale per eccellenza!).

Ho capito che la felicità sconfinata, provata mesi fa, non dipendeva da un uomo, ma era già dentro di me. Ero già felice quando ho conosciuto lui, perché avevo appena passato una bella settimana con la mia famiglia al mare e mi ero lasciata il disastro di un rapporto finito alle spalle. Lui, in quel momento, è stato soltanto un dettaglio. La ciliegina sulla torta, non la torta. Insomma, se sono stata felice, non è stato per merito suo. A mente lucida posso affermare che lui ha provocato più male che bene.

Ecco perché adesso sono felice. Felice felice. Felice felice felice. Quello di cui ho bisogno per alimentare questo stato non mi manca: me stessa e la mia immensa capacità di amare.

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