Lo studioso ricorre a Freud e inizia con la definizione esatta: "Si tratta del cosiddetto oblio della coscienza - afferma lo psicologo -: un processo psicologico inconscio che porta una persona a crearsi due o più coscienze. Si verifica quando una persona sviluppa un comportamento morboso verso determinate situazioni e tende a ricrearle per provare le stesse emozioni. Da non confondere con la doppia personalità che è una cosa diversa".
E fin qui ci siamo. Poi, che cosa succede? "Per un lungo periodo le due coscienze non si vedono e non si conoscono - precisa l'esperto - ma in un certo momento si scontrano e la persona va in crisi. La coscienza pulita scopre quella nascosta e scatta la crisi. A questo punto, due sono le strade: o si cerca di risolvere il problema, facendo i conti con ciò che c'è da mettere a posto o si ritorna nell'oblio. L'ombra può sparire con il giusto aiuto, basta volerlo".
Adesso capisco veramente quando lui mi diceva "porto la maschera". Il comportamento da finto innamorato, l'entusiasmo iniziale alle stelle, il nomignolo amoroso dato troppo presto, le coccole dopo avermi lasciata, la faccia felice e simpatica al lavoro... "Sono atteggiamenti strutturati per mandare la coscienza nascosta sempre più nell'oblio" commenta l'esperto.
Mia madre me lo aveva detto: "Lascialo perdere, ti porterà giù con lui. Vuoi precipitare nel burrone?". Beh, non sono precipitata: non è successo perché lui è scappato. Eppure, ero disposta a cadere giù con lui. Avrei fatto di tutto per tirarlo su, verso la luce.
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