Fratelli che non si parlano da anni, magari per questioni di eredità. Coniugi che si fanno la guerra o si ammazzano. Amici che non conoscono il rispetto per il prossimo. L'egoismo, la falsità e il menefreghismo regnano sovrani nella società in cui vivo. Gelosia e invidia dominano su altruismo, affetto e generosità. L'aridità che vedo in giro è impressionante. Ancora mi stupisco di questo. E mi ribello: non sono così. Mi sento quasi un'aliena. Sono stata cresciuta con altri valori e altri principi. E forse sono stata più fortunata di molti.
Non potrei mai allontanare mio fratello, né per soldi né per un litigio di altra natura. L'affetto non ha nulla a che fare con il denaro (non sono una persona venale, dei soldi non m'importa nulla) o con le divergenze. Come ci si può privare di una persona cara? Proprio non lo capisco. Come non capisco il "finto amico" che t'intorta con belle parole per avere un ritorno. Ti usa. E quando ha ottenuto quello che voleva, ti saluta. Ti cerca soltanto perché servi. Ma è davvero un amico? Assolutamente no.
Non voglio toccare la questione delle tragedie familiari. Lui ammazza lei. Oppure lei uccide lui. I figli, vittime tra due carnefici. Qual è il meccanismo che scatena una violenza di questo genere? Perché le persone non si fanno curare? Al momento non riesco a trovare le risposte a queste domande. Rimango scioccata e basta.
Certo, non sono una santa. Non ho un carattere facile. Quando mi saltano i nervi divento una furia e mi sfogo trattando male chi mi ha fatto un torto. Ma poi chiedo scusa. Non ho intenzioni cattive. Sono incapace di provare sentimenti di odio e rancore o desideri di vendetta. Questo mi salva.
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