Muriel Barbery, l'autrice del best seller L'eleganza del riccio, non ha motivo di lamentarsi: il film tratto dal suo libro, Il riccio, è abbastanza fedele alle pagine. Certo, mancano alcuni personaggi secondari, come il nipote drogato del condomino morto, oppure il segretario di Kakuro. Per il resto la pellicola segue rigorosamente la storia, senza cambiare i fatti.
La stessa cosa non posso dire del film di Tom Ford, A single man, tratto dal romanzo di Cristopher Isherwood (Un uomo solo pubblicato da Adelphi). Tra scritto e girato le differenze sono tantissime e anche molto profonde. Isherwood si sarebbe di certo opposto al film, e a ragione. Ma siccome è defunto, non può difendere la sua opera "sventrata".
Vediamo quali sono le differenze più marcate.
Nel film il protagonista, il prof di letteratura George, maneggia una pistola e manifesta istinti suicidi.
Nel romanzo non c'è alcuna arma da fuoco, nessun accenno a un desiderio di morte, il protagonista si sente solo, ma non è disperato.
Nel film George vuole andare al funerale di Jim, ma la famiglia non lo invita.
Nel romanzo la famiglia di Jim vorrebbe Goerge al funerale, ma George decide di non andare.
Nel film Jim dichiara di non essere mai stato con una donna.
Nel romanzo Jim ha avuto Doris, che ha tentato di sposarlo.
Nel film il pomeriggio di George si svolge così: svuota la scrivania, va in banca, compra pallottole e viene rimorchiato da un ragazzo spagnolo al supermercato.
Nel romanzo il pomeriggio di George si svolge così: pranza al campus con colleghi, va a trovare Doris (nel film questo personaggio non esiste) e poi va in palestra. Non incontra mai il ragazzo spagnolo.
Nel film Kenny sembra attratto da George, lo segue.
Nel romanzo Kenny pensa soltanto a come organizzare il sesso con Lois, una donna.
Insomma, sembrano due storie diverse. E ho citato solo le differenze più eclatanti.
Nonostante le divergenze tra opera letteraria e cinematografica, il film non è male. Cosa mi è piaciuto di più? Il bel fondoschiena nudo di Colin Firth (nella foto con Julianne Moore). Solo quello vale il biglietto del cinema.
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