27 marzo, 2015

Messaggi da uno psicopatico


Messaggi senza senso ricevuti su Whatsapp. Parole allucinanti che non capisco. Collegate a che cosa? A quale discorso? Boh. Frasi deliranti che sembrano partorite da un folle sotto l'effetto della droga. Mi è successo anche questo. E a ogni bip del telefono ho detto tra me e me: "Dio ti ringrazio per avermi salvata da uno psicopatico".

Uno che sembra normale, incapace di decifrare i messaggi ricevuti nel modo corretto. Perché in ogni mia parola, lo psicopatico legge cattiveria, opportunismo e amenità. Vede soltanto il marcio, il lato negativo delle cose, anche quando non c'è un lato negativo. Interpreta secondo il suo schema, per cui tutti pensano male, tutti si comportano male, tutti vogliono qualcosa da lui, tutti lo assillano e lo torturano. Il bene? Non esiste oppure è un'illusione.

La colpa è mia perché gli ho scritto per informarlo di una cosa che avrebbe dovuto fargli piacere. Una sua possibile risposta poteva essere: "Grazie del pensiero, sei stata gentile". Stop. Mai mi sarei aspettata un attacco personale. Invece, lui, con la sua mente bacata, ha pensato altro. Poverino. Non ha considerato che il mio gesto ha come obiettivo quello di fare del bene a una persona a lui cara. Un gesto che ho dovuto pure finanziare, con difficoltà, con soldi che non avevo, ma l'ho fatto con il cuore. Mi dispiace per lui. Non ha speranze. Da un soggetto simile preferisco stare alla larga. Numero cancellato e via.

26 marzo, 2015

I miei menu? Mai scontati


La prossima settimana sono in ferie. Programmi: uscite tutte le sere (già due eventi fissati per lunedì e martedì), pulizie speciali, tagliando scooter e una cena a casa mia, con le amiche. Ho tutto il tempo che voglio per cucinare. Le ragazze sono entusiaste. Il menu le incuriosisce. Di certo, non è un  menu classico. Alcune mi chiedono: "Ma che piatti sono?". E mi viene da ridere.

Antipasto leggero: vol-au-vent con gamberetti, zucchine e tofu. Una delle ragazze non può mangiare latticini, per cui sostituisco la besciamella con il tofu.

Piatto unico: bourguignonne di carne bianca e rossa con salsine di tutti i tipi, anche la mia preferita, ossia quella al tamarindo.

Contorno: patate al forno e crudités.

Dessert: baklava.

Il tutto innaffiato da un bianco siciliano, il Colomba platino, per aperitivo, e Morellino di Scansano per la carne.

Il dolce è da preparare il giorno prima perché così è più buono. La ricetta richiede due ore di tempo, comprando la pasta fillo surgelata. Solo per il passaggio in forno il baklava ha bisogno di cuocere un'ora a bassa temperatura.

Spero di fare bella figura con le ragazze!

25 marzo, 2015

La mia prima bachata, evviva!


L'amica mi convince: "Andiamo a ballare latino"
. Ancora la ricordo. Lei, alla sua festa di compleanno, mentre si esibisce in una salsa e dà spettacolo in pista. E noi invitati, incapaci di danzare i balli caraibici, rapiti dai suoi movimenti sensuali. So che non è facile ballare la salsa, ma ci voglio provare. Sono un po' preoccupata perché non ho una buona coordinazione nello spostarmi, perdo il tempo anche in discoteca, ma ok: facciamo un tentativo.

Mi spiegano i passi e capisco che la salsa è improponibile per una alle prima armi: troppi passi da contare. Invece, la bachata è più facile e anche più lenta. Va bene, vada per la bachata. Scendo in pista con un cavaliere d'eccezione, bravissimo. Un amico di quelli dolci e disponibili. Se sbaglio, lui mi riprende. E mi diverto come una matta. Sorrido. Wow!

Lui mi stringe a sé. Siamo gamba contro gamba. Mi accorgo che sono tutta rossa in viso: un pomodoro è più pallido di me. Non sono abituata a ballare a stretto contatto. Attaccata al corpo di un uomo che mi avvinghia e mi fa girare da una parte all'altra. L'imbarazzo è chiaro sulle mie guance paonazze. Poi, lui è pure carino e questo non aiuta.

La location non è il massimo dello chic. Poche ragazze guardabili (e scortate). Tante bruttone strizzate in abitini di un paio di taglie in meno rispetto a quelle che dovrebbero indossare, con le cuciture in tensione, in fase di strappo, e le forme compresse per apparire più snelle e procaci. Le osservo e penso che siano volgari. Troppo trucco. Lo stile? Quello delle shampiste di periferia.

Al confronto, io e la mia amica sembriamo due miss di gran classe. Forse per questo motivo qualcuno si avvicina per chiedermi di ballare. "Non sono capace - rispondo -: è la mia prima volta". Non importa, mi fanno ballare lo stesso e continuo a sorridere e divertirmi.


23 marzo, 2015

Ci serve qualche lezione d'inglese


Promozione. Come farci ridere dietro dagli stranieri
. Semplice: dimostrando di non conoscere l'inglese. Basta guardare i cartelloni di Expo per vedere subito un errore clamoroso. Un "But" al posto di un "Buy". Come se fosse la stessa cosa.

Quando ho visto la foto del cartellone (un successone su Facebook) non ho trattenuto le risate. Fino alle lacrime. Ho pensato all'ironia degli stranieri a Milano. Giustamente. E ho segnalato lo strafalcione ai miei amici che hanno commentato in modo colorito, tra l'indignazione e la barzelletta.

Non so quanto il cartellone sia rimasto in posizione con la T al posto della Y. Qualcuno se ne è accorto e ha provveduto a rimediare. Come? Ristampando tutti i cartelloni sbagliati? Macché, troppo lavoro. Il "refuso" è stato sistemato incollando un adesivo con la Y al posto della T. 

La voglia di tirare via l'adesivo con la Y è forte. Mi tratterrò.  Per il bene di Milano e dall'esposizione.

20 marzo, 2015

Mi vesto come mi pare: da baby


Le regole del look non vanno ignorate. A una certa età - diciamo sopra i 40 - il guardaroba deve riflettere la maturità di una donna. Questione di stile. O ti adegui o appari ridicola. Perfetto: voglio apparire ridicola. Se mi sento bene con una minigonna comprata in un negozio per bimbe, perché non posso indossarla?

Il primo errore di una quarantenne è la lunghezza dei capelli. Quando compaiono i primi fili bianchi è meglio accorciare la chioma. I capelli lunghi traggono in inganno, come ricorda un detto: "Dietro liceo, davanti museo". E anche qui, mi scontro con il bon ton. Se vado dal parrucchiere una volta l'anno è già troppo (giusto per sistemare le doppie punte). Adoro portare la coda e a volte esco addirittura con le trecce. Vuoi mettere un bel paio di trecce sotto un Panama? E' irresistibile. 

Il secondo sbaglio è una mise troppo giovanile. Via libera al jeans, ok la camicina a fiori, o colorata, un po' baby. No al maglione tutto fantasia. No al vestitino cortissimo. No al cappellino di lana da Puffetta. Lo so, non dovrei comprare nei negozi per bambini, ma non mi lascio influenzare dal giudizio degli altri. Se mi sento a mio agio con l'abitino corto, taglia 12 anni, non capisco perché non posso sfoggiarlo. Qualcuno mi ride alle spalle? No problem, almeno regalo momenti di ilarità.

18 marzo, 2015

Tutto torna nella vita


Ci sono cose che non riusciamo a spiegarci. Non subito. Poi, succede qualcosa e capiamo i motivi. Doveva andare com'è andata. Quante volte desideriamo che la vita scorra come vorremmo noi e poi ci amareggiamo perché gli eventi ci sembrano ostili. Ho imparato che tutto ha un senso. Perché se guardo il passato, mi accorgo che alla lunga le situazioni si sono sistemate.

"Si compie la volontà di Dio, non la tua - dice la mamma - ma noi ci ostiniamo a non accettarla". E' vero. Non ci rendiamo conto che un piccolo dispiacere oggi ci risparmia una catastrofe domani. Niente è per caso.

Senza quello che mi è capitato, senza la sofferenza, non avrei mai realizzato il mio sogno professionale. Invece, adesso, eccomi qui. Ascoltata. Stimata. Con un maggiore spazio d'azione. Piena di idee che piacciono ai capi. Impegnata nel lavoro che so fare meglio, in cui riesco a esprimermi senza limiti.

Ho ritrovato la fiducia in me stessa, nelle mie capacità. Le genialate le ho sempre avute, ma il senso d'insicurezza mi ha spesso impedito di tirarle fuori o di condirle con dettagli azzardati. Oggi, non è più così. Sono un vulcano di proposte. Ho talmente tante idee che mi tocca appuntarle per non perderle.

17 marzo, 2015

La presunzione di voler cambiare gli altri


Devi cambiare! Se vuoi piacere a Pinco Pallino, devi cambiare
. Anche no. Non credo che le persone possano cambiare davvero. Al massimo sono in grado di smussare gli angoli. Chi nasce quadrato non può morire rotondo. Il punto è: accettare le persone per come sono. Costa fatica? Sì. Nessuno lo nega. Ma se ci tieni, accetti. Una persona non ti piace? Nessun problema. Non la frequenti. Ma chiederle di essere quello che non è mi pare una pretesa assurda.

Mi sono confrontata con questo discorso tante volte. E ho risposto con una battuta: "Se volevo piacere a tutti, nascevo aumento di stipendio". Non capisco questa esigenza di dover piacere a tutti. No, non m'interessa. Gli amici? Pochi, ma buoni. I veri amici sono quelli con cui non ti devi nascondere, non devi portare la maschera. Ti apprezzano così come sei. Non mi stancherò mai di ripeterlo. Se gli amici non si comportano così, allora non sono veri amici, di conseguenza è meglio perderli che trovarli.

Poi, se una persona cambia e riesce a migliorarsi, a imparare da i suoi errori, va benissimo. Tanto di guadagnato. Ma non deve farlo per gli altri. Come ho scritto tante volte, non sono una santa. Ho il mio bel caratterino... poi se guardi più in profondità ti accorgi che sono generosa, affettuosa, disposta al sacrificio per amore, se è necessario.

Domenica, Don Edo durante la messa ha parlato del corso prematrimoniale. Ha domandato ai ragazzi che si accingono a sposarsi di guardarsi negli occhi e chiedersi: "Tu moriresti al posto mio?". Ecco, di questo sto parlando. Solo chi morirebbe al posto tuo. Solo chi si taglierebbe un braccio per te, ti ama. Il resto è una chiacchiera.

Quando ho conosciuto Luca ho capito subito che aveva problemi relazionali. Mi chiedeva tanto (secondo lui ero io a chiedere), mi chiedeva di non mentire mai, di essere me stessa, mi aveva dato un soprannome senza neanche conoscermi, si comportava da innamorato al secondo appuntamento. E quando mi sono lasciata andare è successo un casino.

Sì, Luca ha problemi. Gli viene un attacco di panico soltanto perché ha sbagliato strada o tu hai detto una cosa che lui non ha gradito. E questa è la punta dell'iceberg. Eppure, sapendo dei suoi problemi, del fatto che sarebbe stato difficile stargli accanto, lo avevo scelto. Mi ero detta: "Ok, sarà dura. Non mollo". Mia madre preoccupata: "Ti porterà nel baratro con lui, lascialo stare". Non ho ascoltato, ci ho provato, ho tentato l'intentabile, credendoci fino in fondo. Fidandomi di lui. Al punto da permettergli di torturarmi, di massacrarmi, senza opporre resistenza. L'ho fatto e non sono pentita.

Perché sono convinta che quando tieni a una persona, la prendi "con tutto il pacchetto", non solo quello che ti conviene. Pregi e difetti. E non cerchi di cambiarla. Se tenti di cambiarla, non la ami veramente. Ami l'idea di quella persona trasformata, non la persona per come è veramente.

Gli orrori di questa società


Prostituta incinta (al settimo mese), i clienti fanno la fila. 

Sono troppo schifata, non commento. Aprite il link e leggetevi l'articolo.

16 marzo, 2015

Quando lei ha 20 anni meno di lui


Fanno un po' tristezza gli uomini che rincorrono le ragazzine
. Quando vedo questi maschi un po' attempati, con i capelli sale e pepe se non addirittura grigi, accanto a donne giovanissime, la prima cosa che noto è "la bava alla bocca". Eh, sì. Questi uomini sbavano, di brutto. Hanno gli occhi lucidi di quei bimbi alle prese con l'ultimo giocattolo ricevuto. Si comportano da zerbini - ne sono consapevoli, purtroppo - e fanno finta di essere dei miracolati. Come se la giovinezza fosse una virtù e non una fase della vita. E loro avessero ricevuto una grazia divina. Il pensiero "potrebbe essere mia figlia" non li sfiora. Dieci anni di differenza sono un conto, 15 o 20 iniziano ad essere troppi.

"Non sposare mai un uomo che ha 15 anni più di te" mi ripeteva la mia madrina. Lei parlava per esperienza personale. Da giovanissima, la mia madrina ha costruito una famiglia con un marito più grande e sulla distanza, nell'età della vecchiaia, si è trovata in difficoltà. Problemi su problemi. Tempo passato a fare l'infermiera. Sopportazione, sofferenza e altro. Ma lei è una persona integra e ha resistito senza mollare il colpo. Oggi, quante sono le donne disposte a sacrificarsi accanto a un uomo che non si regge più in piedi? A occhio, zero.

Le coppie "nonno/nipote" che resistono all'usura dei lustri si contano sulle dita di una mano. Se l'obiettivo è qualche anno d'amore, magari la ragazzina va bene. Se l'obiettivo è "finché morte non ci separi", il discorso cambia. In questo caso, i maschi finiscono per perdere la camicia. Come diceva Ivana Trump dopo la separazione dal consorte milionario: "Non prendetevela... prendetevi tutto".

Gli uomini-da-donne-giovani non riescono a ragionare sulla distanza. Non si rendono conto che se anche conquistano la bellona di turno, non hanno chance sul lungo periodo. Da vecchi si ritroveranno separati oppure cornificati. Contenti loro. 

La donna che ha tradito, risposta (pubblicitaria)


Attenzione! Lucia replica a Enzo
(chissà perché mi ricordano Renzo e Lucia? Il pubblicitario ha attinto dai Promessi sposi?) con un'altra lettera sul Corriere (nella foto). Stavolta so che è una pubblicità - sia la prima lettera di Enzo sia la risposta di Lucia - forse per il lancio di un reality sull'infedeltà, e la lettura del testo mi diverte. Non ho più quel senso di disgusto da primo impatto (moralista). Sono curiosa di sapere che cosa ha da raccontare la donna. Oltre ad ammettere il tradimento.

Mi viene un po' da ridere quando Lucia parla dei chili di troppo (un classico) e dei 31 giorni di vacanza in Egitto. Chi si fa una vacanza di ben 31 giorni? Proprio 31, non 30. Già questo dettaglio sembra uno scherzo calcolato con arguzia. Ma il colpo di scena è alla fine. Lei non ha tradito con l'avvocato, con il personal trainer o con il tizio conosciuti in chat... bensì con il capo di lui: "Max" (la scelta del nome Max lascia pensare a qualcosa di "grande").

Ho letto le parole di Lucia durante il pranzo di sabato con le amiche. A parte i commenti, nessuna è riuscita a trattenere le risate, un po' amare perché purtroppo queste cose capitano anche nella vita reale. 

13 marzo, 2015

Tradimento (pubblicitario) con sputtanamento nazionale


Da mesi Ale mi incita: "Scrivi di tradimenti, scrivi di quante persone non si fanno scrupoli a entrare in una camera d'albergo con sconosciuti/e". Non è un argomento che mi piace affrontare. Ma oggi, con la lettera sul Corriere della Sera (nella foto) di un uomo tradito dalla "perfetta mogliettina", ci spendo qualche riga.

Enzo, ha comprato una pagina del quotidiano e ha sputtanato la moglie, Lucia, raccontando le avventure della donna (non una!) con altri: l'avvocato, il personal trainer, uno conosciuto su una chat. A leggerla quasi mi viene il voltastomaco. Ma pare che sia soltanto una trovata pubblicitaria. Boh! La trovo di pessimo gusto.

Oltre alla lettera ne ho sentite di tutti i colori. Stavolta fatti veri. Mi ha impressionata una frase ascoltata qualche mese fa: "La mia amica ha un marito e tre figli, ma ha anche un'amante. Non la giudico". Ok, non giudichiamola, ma non pensiamo a quel povero cristo cornificato?

Se una donna non sta più bene con il marito, deve avere il coraggio di lasciarlo. Invece, una persona egoista, tradisce e rimane in casa, perché tanto è più conveniente così. E' la convenienza a dettare legge, nient'altro. E il rispetto? Dove lo mettiamo il rispetto verso l'altro? E verso se stessi? Mi sa che non è più un valore (per gli altri, non per me). Ma prima o poi tutti gli altarini si scoprono... e i panni sporchi si lavano in piazza, come la lettera pubblicata oggi.

Non ho mai tradito e non comprendo bene il meccanismo che spinge una persona a comportarsi così. Più vado avanti e più mi sembra di essere un'aliena in un mondo di merda. Se non sei merda, non piaci. Eh, no. Non ci sto. Sorry.

09 marzo, 2015

Non siamo capaci di guardare dentro le persone


L'apparenza inganna
. Questo vecchio slogan è ancora valido. Vedi una persona carina e la immagini bella anche dentro. Eh, no. Non funziona così, anche se la società fa di tutto per convincerci che questo sia lo schema giusto. Spesso ci fermiamo alle apparenze, non guardiamo nel profondo, non cerchiamo l'umanità. Non teniamo conto dell'anima. Come se questi elementi fossero dettagli e non qualità fondamentali per capire chi abbiamo davanti.

Ogni persona è diversa. Ha un background differente. Cultura, educazione e intelligenza hanno un peso, certo. Ma se manca l'umanità, se manca il calore, se manca la generosità di dare affetto, che cosa che ne facciamo di cultura e intelligenza? Nulla.

Ieri, in chiesa, una coppia di vecchietti si è seduta accanto a me. Marito e moglie con i capelli bianchi, lenti nei movimenti, hanno scelto il mio banco. Lui era pieno di attenzioni per lei. Lei ricambiava le gentilezze con il sorriso. Mi hanno fatto un'immensa tenerezza. E ho pensato: Ecco che cosa voglio nella mia vecchiaia. Un uomo che abbia voglia di starmi accanto quando sarò decrepita. Che mi amerà quando sarò curva, con rughe e capelli bianchi. Che non guarderà se ho lo smalto alle unghie o la tinta ai capelli. Un uomo in grado di vedere la bellezza dentro di me, capace di osservare oltre il bel faccino, il fisico asciutto, la cultura e l'intelligenza.

Ho imparato la lezione. Adesso, sto più attenta alle qualità interiori di un uomo. Non mi fermo al viso e al fisico. Voglio scoprire il resto. Leggergli negli occhi. Soltanto così posso capire se ho a che fare con una persona davvero bella.

"Una mano che ti aiuta ad alzarti quando cadi è molto più importante di mille braccia che ti stringono quando stai in piedi" (cit.)

06 marzo, 2015

Ho sognato il pancione


Mi capita di sognare eventi che poi si verificano nella realtà. Quando li racconto le persone fanno fatica a crederci. Alcuni sono i classici sogni d'immaginazione (non c'è dietro nessun avvenimento futuro), altri sono quasi premonizioni o dialoghi con persone che spesso non riconosco. Nella maggior parte dei casi, i sogni non mi lasciano tranquilla: mi buttano addosso angoscia e ansia. Mi risucchiano tutte le forze. Mi alzo con la stanchezza di chi ha appena finito una maratona. Non sono belle sensazioni.

Di sogni positivi e d'immaginazione ne arrivano pochi. Uno l'ho avuto prima di conoscere Luca. Ho sognato Luca un mese prima d'incontrarlo (le ragazze lo sapevano) e quando l'ho visto veramente sono rimasta scioccata. Mi veniva da svenire. Nel sogno era proprio lui, con i capelli per aria, ingellati e spettinati.

L'ultimo sogno mi sembra più un desiderio. Non qualcosa di realizzabile. Non lo avevo mai fatto e mi sono svegliata con il sorriso. Ho sognato che avevo il pancione. Era estate e andavo in ospedale a trovare Luca (chissà per quale motivo). Insomma, mi sono vista incinta e bella grossa, vestita con un abitino leggero a fiori beige e gialli (non lo possiedo, almeno non ancora). Il padre del bimbo/bimba? Non l'ho visto nella mia immaginazione. Non c'era. Di sicuro, non Luca. Ma la sensazione del pancione era talmente emozionante che mi sono commossa. A volte, basta un sogno per stare bene. Un'iniezione di ottimismo e serenità. Poi, nella vita, tutto può succedere. 

05 marzo, 2015

L'aridità delle persone ancora mi stupisce


Fratelli che non si parlano da anni, magari per questioni di eredità. Coniugi che si fanno la guerra o si ammazzano. Amici che non conoscono il rispetto per il prossimo. L'egoismo, la falsità e il menefreghismo regnano sovrani nella società in cui vivo. Gelosia e invidia dominano su altruismo, affetto e generosità. L'aridità che vedo in giro è impressionante. Ancora mi stupisco di questo. E mi ribello: non sono così. Mi sento quasi un'aliena. Sono stata cresciuta con altri valori e altri principi. E forse sono stata più fortunata di molti.

Non potrei mai allontanare mio fratello, né per soldi né per un litigio di altra natura. L'affetto non ha nulla a che fare con il denaro (non sono una persona venale, dei soldi non m'importa nulla) o con le divergenze. Come ci si può privare di una persona cara? Proprio non lo capisco. Come non capisco il "finto amico" che t'intorta con belle parole per avere un ritorno. Ti usa. E quando ha ottenuto quello che voleva, ti saluta. Ti cerca soltanto perché servi. Ma è davvero un amico? Assolutamente no.

Non voglio toccare la questione delle tragedie familiari. Lui ammazza lei. Oppure lei uccide lui. I figli, vittime tra due carnefici. Qual è il meccanismo che scatena una violenza di questo genere? Perché le persone non si fanno curare? Al momento non riesco a trovare le risposte a queste domande. Rimango scioccata e basta.

Certo, non sono una santa. Non ho un carattere facile. Quando mi saltano i nervi divento una furia e mi sfogo trattando male chi mi ha fatto un torto. Ma poi chiedo scusa. Non ho intenzioni cattive. Sono incapace di provare sentimenti di odio e rancore o desideri di vendetta. Questo mi salva.


03 marzo, 2015

Trovare l'amore su Tinder è probabile quanto vincere milioni al Superenalotto


Quando Alessandra ci ha dato la notizia, quasi non ci credevamo. Una delle girls ha trovato l'amore su Tinder. La storia di Ale con il tinderista va avanti da molti mesi. Si è trasformata in una semiconvivenza. Lui ha conosciuto la famiglia di lei a Natale e la coppia è affiatata.

Con un risultato del genere, anche noi amiche single abbiamo voluto provare l'applicazione d'incontri. Con un pizzico di scetticismo e tanta curiosità. Ma a nessuna è andata bene. Finora. Ale è stata fortunata: ha vinto il suo personale Superenalotto.

Per quanto mi riguarda, ho incontrato tre degli uomini con cui ho chattato, tre aperitivi in luoghi a me conosciuti, dai quali poter scappare velocemente in caso di pericolo (sono previdente). Non ho conosciuto gente strana, ma semplicemente i tre non mi hanno interessata. Tutto qui. La parte divertente è stata la chat. Mi sono sbizzarrita in battute e fesserie. Risate a go go. E quando lo scherzo scemava: addio.

Sono stata su Tinder un paio di settimane e ne sono uscita disgustata. Tra i profili maschili proposti ho beccato due miei amici sposati (all'apparenza felicemente sposati) con figli. Uno addirittura è diventato papà da pochi mesi. Ecco, non ho gradito questa cosa. Ma tu sposato, come fai a mettere la faccia su Tinder? Non hai paura di essere beccato? Che schifo.

Un buon amico ti ama così come sei


Foto tratta da L'arte di non amareggiarsi la vita.

Delle parole nell'immagine apprezzo soprattutto l'ultima frase: " Ricordiamoci che tutti valiamo e che l'unica qualità essenziale è la nostra capacità di amare". Ecco, la capacità di amare. Quella non mi manca, anche quando prendo calci in faccia. Non importa, sono fatta così.

Ma non posso non rimanere delusa quando mi accorgo che un amico se ne frega dei miei successi. O si parla di lui, dei suoi interessi, dei suoi lavori e delle sue passioni, o non esiste altro argomento di discussione. Lui, lui, lui. Sempre e soltanto lui. No, questa non è amicizia. Almeno per come la intendo io.

02 marzo, 2015

Apparire provocante e sexy? Non m'interessa


Una frase di Edward Estlin Cummings mi rappresenta perfettamente, me la sento cucita addosso.
"Non essere altro se non te stesso - in un mondo che fa del suo meglio notte e giorno per renderti un altro - significa combattere la battaglia più ardua che un essere umano possa combattere; e non smettere mai di lottare". 

"Essere sempre me stessa" è la base del mio stare al mondo. Non mi vergogno dei miei difetti, dei miei comportamenti, giusti o sbagliati. Sono sempre vera. Un libro aperto. Inoltre, non sono disposta a "infiocchettarmi" per apparire più bella, più provocante, più desiderabile. Mi piaccio così, nella mia semplicità. Almeno al mattino, quando mi alzo dal letto, non sono diversa dalla sera prima (sappiamo tutti che il trucco fa miracoli).

Non ho mai puntato sul make-up. Fino all'età di 31 anni uscivo di casa senza neanche mettere la crema idratante sul viso. Non sopporto di avere la faccia "impasticciata" da terre e ciprie: mi dà una sensazione di sporco. Sono incapace di stendere ombretti e matita. Giusto con il rimmel me la cavicchio in maniera decente (ma poi non lo so togliere bene e rimango con gli occhi neri).

Odio le unghie lunghe e da poco tempo uso lo smalto quotidianamente. Non ho mai tinto i capelli, anche se dovrei iniziare, visto che i primi fili bianchi sono quasi evidenti. Dal parrucchiere ci vado una volta l'anno, giusto quando i capelli sono troppo lunghi. E uso la lametta per togliere quei quattro peli superflui (sottili) che ho.

Certo, mi piacciono gli abiti carini, da mettere la sera, ma che siano comodi e che mi permettano di usare il reggiseno. Sono una prima misura e anche se non rischio che le tette mi caschino, mi sento nuda senza il copripoppe. In genere, preferisco i jeans con gli stivali.

I tacchi li uso quando proprio è necessario. A fatica. Ho un'avversione per i trampoli. Non capisco perché mi devo torturare i piedi. Sono davvero più bella con lo stiletto? Boh, ho qualche dubbio.

Non parliamo poi della biancheria. Ho tutta roba sportiva di Tezenis nelle varianti bianco, nero e beige. Il pizzo proprio non lo sopporto. Se devo farmi un regalo, passo in libreria, non nei negozi di lingerie. Insomma, sono una donna semplice. Punto sul cervello e non sul corpo. La vera me stessa vale molto di più della valsa me stessa. Forse sbaglio? No, non sbaglio.