30 dicembre, 2013

Forse sarei stata una buona madre

Mi sono sempre chiesta se sono all'altezza del compito di madre. Non ho figli, no so che vuol dire fare la mamma, quindi non ho alcuna certezza. Di sicuro, adoro i bambini e loro sembrano apprezzarmi. Il lato negativo è che ho un brutto carattere: sono intransigente, dura, severa e ho poca pazienza. D'altra parte posso affermare di essere amorevole, coccolona e altruista quanto basta. 
Gli unici test da mamma che ho fatto, li ho eseguiti sui miei nipoti. Nel 2006 ho tenuto per un mese il primo figlio di mia sorella. Soli 6 mesi di età. Ad agosto mia sorella è dovuta rientrare al lavoro e io ho passato le mie vacanze (non è stato un sacrificio) in città a badare al piccolino. In pratica, l'ho svezzato, gli ho cambiato i pannolini, l'ho portato in giro e addormentato da sola. Senza avere nessuna esperienza in campo di bambini piccolissimi. In fondo, basta avere un po' di buon senso e di dedizione per imparare a curare un angioletto di 6 mesi.

In questi giorni sto facendo di nuovo pratica nel ruolo di vice mamma. Oggi, mia sorella ha tre figli: 8 anni, 6 anni e l'ultimo di 10 mesi. Ed io cerco di occuparmi di tutti e tre: quando non sto con il "nano", gioco con quelli più grandi. Risultato: la sera sono stanca morta. Ma contenta. In questi giorni di babysitteraggio non ho il tempo di fare nulla: il tempo per passarmi lo smalto non c'è, quello per curarmi i capelli o il viso diventano un miraggio. Pazienza. Va bene così.

Ieri sera mia sorella mi ha fatto un grande complimento. Ha detto: "Saresti una buona madre". Ero stanchissima, ma tenevo ancora in braccio il piccolo di 10 mesi, nonostante i muscoli doloranti. Il motivo di questa dedizione non è solo l'affetto che provo per i nipoti, ma il cambiamento che ho quando sono insieme a loro. Con i bimbi divento paziente, quando non lo sono mai con nessuno e neanche con me stessa... Non conosco il motivo di questa trasformazione. È così. Forse dovrei passare più tempo con i cuccioli, anche per migliorare me stessa. A questo punto, non so dare un giudizio, non so dire che tipo di madre sarei. Buona o cattiva? Perché con i pargoli passo solo poche settimane l'anno. Ma una cosa è certa: sono un'ottima zia.

29 dicembre, 2013

Dare soprannomi, una tradizione di famiglia

Gli amici di papà non si chiamavano Mario, Antonio, Ernesto e Gino. Per papà erano "panza ricca", "tarantola" (cecato), "babú" e "focu focu" (altamente impressionabile). Non ho mai saputo i veri nomi di queste persone perché in casa si usavano i soprannomi. C'erano poi "la simigia" (vuol dire chiodo, perché moglie del calzolaio) e "caciello". La tradizione di affibbiare un nomignolo agli amici - ora che papà non c'è più - continua con me. Anche se non sono così brava a rinominare le persone. E così, il ragazzo magrino con l'aria cupa e il maggiolino nero diventa Dylan Dog, quello che insegna alla facoltà di filosofia è "il filosofo" e il tizio che mi manda una foto a torso nudo è ribattezzato "capezzolo".

Ma non sempre i soprannomi sono graditi a chi li porta. Il collega egoista che passerebbe sul cadavere della madre per fare carriera è "lo squalo". In effetti, non si tratta di un complimento. C'è poi chi ha preso bene la nuova etichetta. Il tipo che sembra una batteria sempre carica è Iron man. Quello che ha lo stesso cognome del capitano della nave Concordia, Schettino, non può che diventare "vada a bordo, cazzo!". Ma il soprannome più bello, quello da primo premio, va alla donna che si pavoneggia e ha sempre gli occhi truccatissimi: donna Cleopatra. A me non dispiacerebbe.

27 dicembre, 2013

Perché in palestra ti guardano il sedere

Di palestre ne ho frequentate in passato, ma allora tra gli attrezzi non esistevano tanti specchi come oggi. Lo so, sono datata. E così non mi ero mai accorta che lo sguardo degli altri atleti intenti a sudare e allenarsi s'incanta sul lato B.

Mentre correvo sul tapis roulant con lo specchio di fronte a me, mi sono accorta degli occhi fissi sul mio sedere. Una cosa è l'occhiata veloce, che ci sta, un'altra è il continuo fissare per minuti, durante l'esecuzione degli esercizi.

A volgere lo sguardo sono sia uomini che donne. Stanno lì e non spostano lo sguardo neanche quando vedono che tu li osservi dallo specchio, sconcertata. Della serie, senza vergogna. Ma che senso ha? Un po' di educazione, dico io. E dopo che hai fatto la radiografia delle mie curve basse che cosa hai ottenuto? Sei passato/a solo per maniaco/a.

L'uomo sbagliato per me

Qualche anno fa ho scritto un post: gli opposti non si attraggono. L'affermazione, riferita alle coppie di innamorati formate da due persone molto diverse tra loro, è il risultato di una ricerca scientifica, per cui dovrebbe essere attendibile. Stavo per ricredermi. Qualche settimana fa ho pensato: lo studio sbaglia. Per esperienza personale mi è parso che gli opposti siano perfetti insieme. Con qualche lite e burrasca di troppo, ma in fondo con una sintonia fuori dal comune. Oggi, invece, mi arrendo alla rigorosità della scienza e sono obbligata a constatare che gli opposti non solo non si attraggono, ma si massacrano.

Prendiamo per esempio la mia storia passata e vediamo com'è fatto il partner sbagliato per me.
1. Il fidanzato sbagliato è quello che di base non ti capisce. Ti stupisce dicendo fesserie e quando hai delle questioni da discutere, del tipo "questa cosa non mi va giù", risponde che sei tu che dici fesserie e taglia corto. C'è da commentare? Ma figurati, la discussione finisce lì. Al massimo si aggiunge un vaffa.

2. Il fidanzato sbagliato è quello che ha soltanto amiche donne. Donne che lo cercano dalla mattina alla sera. Chiamano, scrivono su whatsapp, hanno bisogno di consigli e supporto in continuazione. La cosa può andar bene nel caso si tratti di poche femmine - meglio se sono tue amiche - ma diventa pesante quando il numero delle signore cresce a doppia cifra. E così lui ti fa presente: oggi mi hanno scritto su whatsapp tizia, caia e sempronia. E tu storci il muso. Se mio cognato s'intrattenesse con altre femmine, mia sorella gli taglierebbe le gambe. Ed io sono della stessa pasta. Molto gelosa. 

L'ultimo punto mi dá l'aggancio per la posizione numero tre. 
3. Il fidanzato sbagliato è quello che passa il tempo tra whatsapp e facebook. È sempre online, a tutte le ore. È presente in gruppi che neanche immagini e passa il tempo a scrivere, scrivere, scrivere. Con lui è anche difficile guardare un film in tv perché a un certo punto afferra il telefono e inizia a digitare. Ma cosa avrà da dirsi di così urgente? Vabbeh. 

Ma il comportamento che mi dà più fastidio è un altro. 
4. Il fidanzato sbagliato è quello che sa di avere una morosa gelosissima e non fa nulla per evitare gli scatti di gelosia. La sua tesi? "La gelosia, te la fai passare". Certo. Colpo di spugna e via. Non capisce quando sei gelosa di wonder girl. Wonder girl è bella, ha la metà dei tuoi anni, è più alta di te di una spanna, ha tette e culo che tu non possiedi ed è pure intelligente. Wonder girl gli scrive spesso: che fai? Ci vediamo stasera? Esci? Vieni in pizzeria? Lui ha voglia di divertirsi come fa wonder girl - che potrebbe esse sua figlia - mentre tu passeresti volentieri la serata a casa davanti alla tv, ma lui la tv non la guarda... Perciò hai perso in partenza.
Se gli dico che mi ruga che lui vada alla festa di wonder girl senza di me, deve capire. È un tale sacrificio rinunciare a una festa? Invece, lui se ne frega di come sto e per il famoso "te lo fai passare" - come sopra - s'imbelletta, magari indossa la camicia firmata che gli hai regalato tu e parte per la festa. Ma sì, che importa. A chi frega che l'amata (a parole) soffre? Così, la stupida gelosa reagisce insultandolo come una scaricatrice di porto: cazzaro, cazzone, bestia, merda, QI da cernia sono gli appellativi più gettonati.

5. Il fidanzato sbagliato è quello che non si rende conto quando tu hai bisogno di trascorrere il weekend sul divano, in pieno relax. Lui vuole uscire, vuole divertirsi. Aiuto! Non ce la posso fare. Mi mancano le forze. Non ho l'età. 

6. Il fidanzato sbagliato è quello che organizza una festa a casa sua quando tu non puoi andare perché stai lavorando. Un genio! Rimandare a quando puoi esserci anche tu? È impossibile perché poi mancherebbe wonder girl. Aaaaaaaaah! E quando vedi le foto dell'evento su facebook dove lui ride e scherza con gli invitati mentre tu sei inchiodata in ufficio, la bile ti sale al cervello.

7. Il fidanzato sbagliato è quello che organizza una serata di gruppo in discoteca. Otto amici o più. Tutti rifiutano l'invito, tranne wonder girl. Allora, lui decide che si va lo stesso, in tre. Io, lui e wonder girl. Ma quando wonder girl rinuncia perché le interessa la comitiva, lui dice: "Mica vuoi che andiamo io e te? Lasciamo stare. Era una cosa per stare in gruppo". Tre non è gruppo. Tradotto: io e lui non bastiamo.

Insomma, ne avrei di cose da raccontare sul soggetto in questione ma non voglio tediare nessuno, rischiando di diventare pedante e pallosa. Alla fine quello che conta è trovare il fidanzato giusto, quello senza entourage femminile da harem. Esiste un maschio simile? Sono sicura di sì. 

13 dicembre, 2013

Obiettivo: perdere mezzo chilo prima di Natale

La mia regola è: durante le feste natalizie non si rinuncia a nulla. Cibo a volontà. Panettone, pandoro, fritturine varie fatte in casa e dosi massicce di cotechino con lenticchie, giusto per iniziare. Ma prima di arrivare alla settimana degli eccessi alimentari, devo prepararmi. L'idea è di perdere mezzo chilo dal 16 al 21 dicembre - visto che durante le feste ne metto su almeno due - per evitare che dopo Capodanno la zip dei pantaloni salti e la pancia strabordi dal girovita della gonna. E così, ho deciso: per qualche giorno farò la dieta delle mele. In pratica mangerò soltanto mele, tre o quattro al giorno, sperando di resiste per almeno tre giorni. Non amo la frutta, ma la mela la trovo tollerabile.

La decisione di mangiare soltanto mele non è causale. Fermo restando che qualsiasi dietologo mi darebbe della pazza! Il motivo è semplice: ho avuto qualche problema intestinale, a causa forse di un alimento avariato o non conservato bene, per cui ho bisogno di purificarmi. Non voglio più sentire lo stomaco che brontola. E poi, visto che nel mio menù abituale la frutta non è contemplata, magari questo cambiamento può far bene all'organismo. Vediamo se questa dieta-fai-da-te funziona. Resisterò? Riuscirò a star lontana dal junk food? Stay tuned.  

10 dicembre, 2013

In Iran le giornaliste si siedono per terra

A una conferenza stampa in Iran le giornaliste sono sedute per terra. La foto, pubblicata sul twitter di un sito di informazione, è unita a questa frase: "Come sono trattate le giornaliste in Iran". Frase che vuole sottolineare la disparità di genere. Le donne non sono certo considerate come gli uomini.
Nello scatto a colpire non è tanto il menefreghismo dei maschi presenti - guai a cedere un posto - ma la sottomissione delle donne, abituate a non avere gli stessi vantaggi del maschio locale. Voglio pensare che quelle ragazze se ne freghino di stare per terra e in cuor loro facciano una pernacchia a quei "non cavalieri" con il sedere sulle sedie. La professionalità non dipende da dove si appoggia il lato B, ma dalla bravura di chi lavora, indipendentemente dal sesso. 

09 dicembre, 2013

Quando «lui» ti obbliga a tante ore di shopping

La mia passione per lo shopping è limitata: entro al massimo in due negozi, poi non ne posso più e vado via, anche se non ho trovato il capo che cercavo. Insomma, la voglia di acquistare si spegne in fretta. Vuoi per poca pazienza, vuoi per pigrizia. Due negozi e poi basta. Non ne posso più. E così il fidanzato non si lamenta. In ogni caso, se lui non vuole accompagnarmi, posso benissimo andarci da sola. Qual è il problema?

Di certo, non mi comporterei come la ragazza cinese che ha chiesto al suo uomo, dopo 5 ore di shopping, di entrare in un altro negozio... accusandolo pure di essere tirchio. Lui non ce l'ha fatta e disperato si è buttato dal settimo piano del centro commerciale ed è morto. Una storia davvero molto triste che fa riflettere. Com'è possibile arrivare a questo punto? Come fa una ragazza a non capire quando esagera? Non voglio commentare questa notizia perché mi fa stare male. Piuttosto, spezzo una lancia per chi non ha lo shopping sfrenato nel Dna.

In genere, le donne sono etichettate come malate di shopping. Non si stancano mai. Entrano ed escono dagli store anche se i tacchi fanno male e i piedi sono ormai gonfi per le troppe ore passate a camminare. Ma non funziona sempre così: ci sono casi in cui sono gli uomini a farsi prendere dalla febbre per gli acquisti. Succede. La scorsa settimana ho accompagnato il mio amore a comprare un vestito nell'outlet di Serravalle: grandissimo, pieno di brand e di sconti. Per prendere giacca e pantalone non c'è voluto molto tempo, ma poi lui ha voluto cercare le scarpe da abbinarci su. Risultato: 4 ore in totale per girare tutto l'outlet con un freddo allucinante. Stavo per crollare. Ero sfinita. Quasi quasi mi scappava la lacrima, ma ho stretto i denti e ho resistito. Per fortuna alle ore 20 le porte dei negozi si sono chiuse e siamo andati via. Salvata dall'orario di chiusura. Che fortuna! Adesso so che è meglio andare a fare spese sul tardi, tenendo a mente il momento in cui le saracinesche si abbassano.

05 dicembre, 2013

A Natale regala una boule elettrica: utile e cheap

Le amiche freddolose potrebbero essere contente di ricevere come regalo di Natale una boule elettrica ricaricabile. Soprattutto se la buole è anche carina, come quella griffata Hello Kitty (foto) che ho appena regalato ad Alessandra per il compleanno. Un'amica che si muove in scooter, in inverno la usa per scaldarsi durante gli spostamenti, appoggiandola sul ventre. "Così non arrivo intirizzita" mi ripete. In pratica, ci mette le mani sopra ogni volta che si ferma a un semaforo.
Di buole ne esistono di varie forme e colori. Ne ho viste rotonde, rettangolari e quadrate. Con disegni simpatici, a righe, a quadretti o più sobria a tinta unita, per esempio blu. Poi, quelle rosse a forma di cuore possono andar bene per il/la fidanzato/a.
La boule elettrica, versione tecnologica della classica borsa dell'acqua calda, non solo è un oggetto utile - diventa bollente in 10 minuti e rimane tale per circa 6 ore - ma costa anche poco. Al supermercato la trovi per una cifra intorno ai 10 euro o poco più. Quindi, per un regalo economico, come il solito "pensierino" per dire "buon Natale", forse è la scelta giusta.

Certo, un libro è un cadeau più raffinato, ma se non conosci bene i gusti letterari di chi riceverà il dono, la scelta del titolo diventa un azzardo. Meglio un evergreen o un autore emergente? Meglio un romanzo storico o uno romantico? Meglio un giallo o un qualcosa su vampiri e zombie? Bisogna conoscere bene il lettore a cui è destinato il tomo e incrociare le dita nella speranza che la persona non abbia già letto proprio il vostro libro-regalo. Allora, vi ho convinto? Che ne dite, vi piace l'idea di regalare una boule? Le ragazze con forti dolori mestruali, abituate a usare una borsa dell'acqua calda per calmare i crampi alla pancia, ve ne saranno grate.

04 dicembre, 2013

Crema per il viso, meglio in tubo o in vasetto?

Vasetto o tubo per le creme del viso? La preferenza del contenitore dipende dal sesso e dall'età del target. Le donne mature puntano sul vasetto, soprattutto quando si tratta di un trattamento anti-rughe, gli uomini sono abituati al tubo di crema: veloce, pratico, senza complicazioni. Non a caso, il packaging è studiato per comportamenti diversi: le signore passano più tempo davanti allo specchio, impegnate nel trucco. Hanno voglia di perdere qualche secondo per girare il tappo e osservare il composto prima di stenderlo. Chi usa il vasetto si ferma a sentire l'odore e la viscosità della sostanza. Gli uomini, invece, dopo la barba, preferiscono sbrigarsi "in un clic" del dispenser.  

C'è poi il fattore "gestualità". Il pick-up, ossia il prelievo con i polpastrelli, offre una sensazione di soddisfazione in più: chi ha una pelle secca, ha piacere nel toccare una crema corposa. Chi ha la pelle grassa, ha la stessa percezione con un prodotto fresco e leggero. Ma a volte sono gli ingredienti a imporre il tipo di contenitore: se la crema è instabile alla luce o all'ossigeno deve stare nel tubo, per questo motivo la maggior parte dei solari è commercializzata nei flaconi. Un altro vantaggio dell'erogatore del tubo? Permette di formulare il prodotto con meno conservanti. Alla fine, quale delle due opzioni è la migliore? Non lo so proprio.

Foto di Daniela Vladimirova

Reggiseno con i buchi

Valentina Crosato segnala questo reggiseno su Twitter. Mi sa che manca un po' di stoffa, o no?
Mi domando: anche la mutanda avrà il buco a forma di cuore?

03 dicembre, 2013

La rivincita sulla prof (con le unghie)

Incontro un vecchio compagno di liceo, dopo tanti anni. Entrambi abbiamo un lavoro che ha a che fare con la scrittura e così lui si mette a parlare di scuola e della prof di italiano, latino e greco (una sola persona).
- Ti ricordi che nel primo tema, in quarta ginnasio, sei stata l'unica a prendere un 10? - dice lui.
- No, non me lo ricordo. Mi ricordo la guerra psicologica con la prof di italiano.

Già al tempo del liceo non ero una ragazzina plasmabile. Non mi facevo influenzare. Ragionavo con la mia testa e spesso esponevo le mie opinioni. Sempre controcorrente. Alla prof tutto questo non piaceva. E così, dopo una prima settimana di idillio con l'insegnante, sono iniziati i disaccordi tra noi e di conseguenza i dispetti.

Le davo fastidio come potevo. Sapevo che non sopportava le unghie colorate, per cui ogni giorno arrivavo in classe e le mostravo le mie unghie dipinte, a mo' di arcobaleno. Per esempio, una mano di colore giallo e una mano arancione. Oppure ogni dito con una nuance diversa, ovviamente accesa: dal verde smeraldo, al nero, fino al fucsia, prendendo in esame tutto lo spettro cromatico.
Siamo andate avanti così per due anni. Poi, finito il ginnasio, ho cambiato professori e non ho avuto più bisogno di usare smalti "elettrici". Le mie unghie sono tornate candide, senza niente.
In prima liceo, quando l'ex prof del ginnasio mi ha vista senza smalto, mi ha chiesto:
- Come mai non hai le unghie colorate?
Ho risposto in modo schietto:
- Mettevo lo smalto per provocarla e infastidirla. Adesso non è più necessario.
Alunna batte prof: uno a zero.

Foto di Ricostruzione Unghie Bologna