26 ottobre, 2006

Alti e bassi dell'Isola del famosi


Se la sera non esci a causa del mal di testa, tieni le dita incrociate sperando che ci sia qualcosa di guardabile in tv. Alle 21 ti va bene, in fondo Dr. House ti piace, ma quando la puntata finisce devi per forza trovare altro. E lì si mette male, perché l’unica scelta possibile è l’isola dei (forse) famosi. Storci il naso, ma comunque rimani davanti allo schermo. Il programma della Ventura procede frastagliato da mille stacchi pubblicitari e tu indolente subisci senza fiatare. Hai voluto la tv? E mo’ pedali. Mannaggia a te e a quando hai mollato quel bel libro. A un certo punto arriva il momento del quiz, lo tiene a battesimo il più navigato specialista del genere: Mike Bongiorno. Il sempreverde telepresentatore interroga i naufraghi su argomenti a loro congeniali per cui alla Sara Tommasi (foto presa da Internet del calendario di Max) tocca la domanda di aritmetica. E’ facile: una moltiplicazione, una divisione, una somma e una sottrazione, roba che un bimbo delle elementari risolve in quattro e quattr’otto. Lei no, ondeggia la testa per dire: “Non lo so, non lo so, non lo so”. Ma come? La tipa è laureata in economia alla Bocconi e non sa far di conto? Come ha passato l’esame di analisi matematica? Mica le è stato chiesto la soluzione di un’equazione differenziale di secondo grado?
Per fortuna ci pensa Mike a risollevare lo share della diretta con un complimentone dei suoi a Leone di Lernia: “Eeeh! Che bell’uomo! La moglie è davvero fortunata!”. E poi qualcuno si lamenta che non ci sono più comici in tv!

25 ottobre, 2006

Foto e dintorni



Questa meraviglia di colore è opera di Gino. Non si tratta del suo scatto migliore, anzi, ma l'ho scelto perché mi assomiglia: il giallo indica gioia e conforto mentre i lampioni significano speranza, loro rimangono in attesa che la luce cambi per sentirsi utili. Un po' come me.
Ecco dove si trovano le altre immagini di Gino, fateci un giro: http://www.photo.net/photos/Gino%20Quattrocchi

24 ottobre, 2006

Depilazione, la tecnica del filo


Molti anni fa l’estetista di un paesino calabrese m’insegnò una tecnica di depilazione efficace per eliminare i baffetti: facendo scorrere un filo attorcigliato sulla zona da disboscare si riusciva ad asportare i peli dalla radice, anche quelli di pochi millimetri. L’ideale per la peluria cortissima, ostica alla ceretta.

Lei la chiamava la cera cinese, benché di cera non vi fosse alcuna traccia. L’operazione costava dalle 1000 alle 3000 lire. Per necessità, quando ho lasciato il paesino, non sapendo a chi rivolgermi per questa cera cinese, ho imparato a farmela da sola utilizzando un piccolo trucco. Basta un po’ di applicazione, un minimo di abilità con le dita e filo da cucito resistente.

La scorsa estate “Io Donna” ha pubblicato un articolo sulle sopracciglia supermodellate delle star americane dove si parlava della tecnica con il filo. Praticamente la mia cera cinese! Pare che questa tecnica sia di gran moda a Londra e New York alla modica cifra di 50 euro a sopracciglio. E pensare che io la faccio gratis.

23 ottobre, 2006

Le forme che contano


Nel bel mezzo dell’aperitivo lui mi dice: “Tu non mi fai sangue”. Non capisco e chiedo spiegazioni. “Vuol dire che non mi ecciti, insomma non mi fai bollire il sangue”, aggiunge.
Ovviamente sono rimasta di sasso. Che frase infelice! Di cattivo gusto. Io avrei scelto qualcosa di più soft, della serie: “Non sei il mio tipo”. Lui continua e affonda il coltello nella ferita. Si riferisce alle mie misure un po’ scarse: "Hai solo al prima di reggiseno!".

Ok, non posso farci nulla, sono corta e secca (162 centimentri per 43 chili), non ho mai conquistato per le mie forme spigolose e voglio illudermi che un bel faccino e due occhi azzurri contino ancora qualcosa. Invece, lo so, potrei andare dal chirurgo plastico, ma io adoro rimanere tutta biodegradabile.

All'ombra dei cipressi...

Mi viene sempre in mentre: "All'ombra dei cipressi e dentro l'urne confortate di pianto è forse il sonno della morte men duro? Ove più il sol per me alla terra..." Insomma, potrei andare avanti per tutto il proemio, lo ricordo a memoria fin dai tempi del liceo.

Nella mia mente recito spesso la prima parte dei Sepolcri di Foscolo, soprattutto quando cammino per strada. Non so perché. Questa traccia poetica ha le funzioni di una nenia, un conforto da dedicare a me stessa, una coccola al posto delle canzoni di Ligabue nel mio lettore Mp3.

PS. spero di aver citato Foscolo in modo corretto, al momento sto andando a braccio